Digital screening (tumore alla mammella):
le competenze
Razionale
Transizione digitale e salute sono i due vocaboli che il lessico della pandemia ha lasciato in eredità alla Politica e per questo oggi campeggiano il più grande piano di rilancio del Paese e del Sistema sanitario nazionale: il PNRR. Ancora oggi, tuttavia, la “transizione digitale e tecnologica” è considerata un fine, piuttosto che uno strumento per raggiungere più salute e sfidare quelle minacce che minano il benessere dei cittadini come le patologie oncologiche, il grande male del nostro secolo. Il tumore alla mammella ha un triste primato nella mappa dei rischi oncologici in Italia, è la neoplasia più frequente nelle donne con 55.700 nuove diagnosi solo nel 2022, in crescita rispetto al passato e affligge numerose donne giovani, al di sotto dei 40 anni che hanno inoltre maggiori probabilità di ricevere una diagnosi di tumore al seno aggressivo, in fase avanzata e un maggiore rischio di recidiva. Grazie alla diagnostica moderna e alle terapie innovative, il tasso di sopravvivenza è aumentato costantemente negli ultimi anni, tanto che se il tumore viene identificato in fase molto precoce, la sopravvivenza a 5 anni nelle donne trattate può essere pari al 98%.
Intelligenza artificiale, innovazione tecnologica, digitalizzazione, gestione del dato sono lo strumento per rendere una possibilità anche una realtà e rimettere al centro la prevenzione e la diagnosi precoce.
Scienza, innovazione e politiche sanitarie, tuttavia, devono poter giocare nella stessa squadra e per lo stesso fine.
Oggi lo screening per il cancro al seno è raccomandato e gratuito in Italia solo per le donne tra i 50 e i 69 anni ogni due anni. Alcune Regioni si sono distinte con sperimentazione di estensione degli screening alla fascia 45-74 anni, così come previsto dagli obiettivi strategici del Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 ma rimane una strutturale insufficiente e disomogenea adesione, soprattutto nell’area del centro-sud. L’estensione degli screening è una condizione urgente e necessaria su cui il Legislatore dovrà misurarsi ma non è da sola sufficiente.
La transizione digitale e l’intelligenza artificiale offrono oggi prospettive che possono modificare il passo della diagnosi, aumentando ed efficientando la lettura degli esami strumentali, l’adesione agli screening di migliaia di pazienti, cambiando così il corso del futuro della salute e della sostenibilità economica del Paese.
Relatori
Sen. Daniela Sbrollini*, 10ª Commissione, membro alleanza Europa Donna
On. Simona Loizzo, XII Commissione (Affari sociali), Camera dei Deputati, Presidente dell’Intergruppo parlamentare sulle Nuove Frontiere nei tumori della mammella
On. lenia Malavasi , XII Commissione (Affari sociali), Camera dei Deputati
Fidelia Cascini, Ricercatrice e Docente di Igiene e Sanità Pubblica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Esperto del Ministero della Salute, delegato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per i Working Party di Sanità Pubblica presso il Consiglio dell’Unione Europea sulla proposta di Regolamento dello Spazio Europeo dei Dati Sanitari
Enzo Chilelli, Presidente comitato scientifico fondazione ITS ICT Academy
Rosanna D’Antona, Europa Donna
Annarita Fanizzi, primo ricercatore progetto del progetto “Peerad – PrEdicting Endopredict score with Radiomics“ Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari
Sergio Pillon*, Vicepresidente e responsabile delle relazioni istituzionali AiSDeT, Associazione Italiana della Sanità Digitale e Telemedicina
Federico Villa, Associate Vice President Corporate Affairs & Patient Access
*relatori invitati in attesa di conferma
Indicon Società Benefit è partner ufficiale di Milano Digital Week 2023, la più grande manifestazione italiana dedicata all’educazione, alla cultura e all’innovazione digitale. Indicon gestirà il Polo 5 – “Climate Change e Salute”, dedicato ai temi della salute, del futuro della sanità, dell’impatto ambientale e dell’inquinamento della città.